[Garage/Surf] Turbo Fruits – Echo Kid (2010)


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Un album di sano garage, soprattutto se onesto come questo, raramente può essere un brutto album, raramente può essere spiacevole.
Tutt’altro che spiacevole, infatti, risulta Echo Kid, che ha il grandissimo merito di essere cantabile dalla prima all’ultima nota, trascinante e ben suonato, e che, se pecca di qualcosa, pecca senza dubbio di maturità, certo, la maturità non si chiede ad un album di questo genere.

I Turbo Fruits nascono da una costola dei Be Your Own Pet e beneficiano dell’assenza della monellaccia per forza Jemina Pearl in favore della voce maschile più acerba degli ultimi tempi e di una violenza caciarona da studenti di college casinisti che non è stata mai così piacevolmente irritante.
La forza dei Turbo Fruits sta probabilmente nel non prendersi mai sul serio, nel suonare la ridicolmente testosteronica Lotta Lotta Ladies nello stesso modo in cui dopo ci propongono Hold Me, la canzone che tutte le ragazzine vorrebbero farsi dedicare dal cantante del gruppo alla festa del liceo, nel metterci la stessa irriverenza e innocenza nel cantare con piglio da skinhead in un pub un pezzo che si chiama Sober Is My New Loud e sembrare comunque credibili.
Per non parlare dell’azzardatissimo ritornello fischiato di Mama’s Mad ‘Cause i’ve Fucked My Brain, che sfocia in un coro da stadio e poi nel surf con tanto di falsetti, una matriosca di cambi di stile per una canzone che parla della mamma che si incazza perché ti fotti il cervello.
Naif, divertente, idiota con intelligenza, per fortuna che i Be Your Own Pet si sono sciolti, almeno abbiamo i Turbo Fruits.

Inutile dire che se i ragazzini con le chitarre distorte vi sono antipatici, è inutile che compriate quest’album.

Francesca Stella Riva

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