[Hard Rock] Backyard Babies – … (2008)

[Hard Rock] Backyard Babies – Backyard Babies (2008)

Fuck Off And Die, Degenerated, Come Undone, Drool, Abandon, Voodoo Love Bow, Idiots, The Ship, Nomadic, Back On The Juice, Where Were You?, Zoe Is A Weirdo, Saved By The Bell

http://www.backyardbabies.com
http://www.myspace.com/backyardbabies
http://www.spinefarm.fi/

Quattro pazzi svedesi che non scopriamo oggi. I Backyard Babies sono in giro da una ventina d’anni e il nuovo omonimo disco è il sesto di una serie accattivante, avvincente, che li ha incanalati, con il brano Minus Celsius, fino alla gloria video-ludica di Guitar Hero III: e come sapete non ci si arriva per caso.
Guardando a ritroso la loro discografia si scopre come continuità, coerenza e fiducia nei propri mezzi abbiano reso possibile un successo che in principio era circoscritto alla “sola” Europa e che oggi è diventato universale, grazie anche a tanta qualità e alla capacità di riversare su silicio le ottime (talvolta riciclate ma va bene lo stesso) idee.

Backyard Babies è stato registrato da Jacob Hellner (Rammstein tra gli altri) nello studio di Stoccolma durante novanta giorni e novanta notti, il primo singolo che potrete ascoltare sulla pagina MySpace della band ha un titolo che è tutto un programma: Fuck Off And Die.
Anticonformismo e trasgressione da sempre sono elementi che accolliamo alla formazione svedese, alle prese con un hard rock alla Kiss e influssi alla Ramones. Niente di nuovo all’orizzonte, ma in ogni caso non avremmo chiesto nessun tipo di evoluzione ad un gruppo che fa del rock uno stile di vita.

L’album convince. Le composizioni fresche e intuitive, i suoni taglienti sono da manuale, peccato per qualche eccessiva strizzata d’occhio ai singolini radiofonici e faccio riferimento alla terza traccia, Come Undone, appetibile per i fan dei Green Day modello Basket Case, a Voodoo Love Bow e a Idiots che, inevitabilmente, faranno stragi tra i teenager. Tra le canzoni più riuscite segnaliamo senza esitare quella Fuck Off And Die già mezionata, la perfetta Abandon, giocata su un riff spettacolare di chitarra elettrica e l’eccentrica The Ship. Tutto gira attorno allo strumento di Dregen, bravo poi Nicke Borg a capitalizzare con l’efficace prova al microfono.

Col passare degli ascolti Backyard Babies non tarda a rivelarsi un disco compatto e attraente, un album che ha dalla sua la forza e l’efficienza di quattro ragazzi che sanno quello che vogliono e che riescono a metterlo in pratica. Per quanto mi riguarda, promossi senza debiti formativi.

Gaetano Loffredo

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