Lonely Are The Brave – Night City – War Of The World – Shadow People – Soul Of The Wind – Man Of The Dark – Promises – The Inner Road – Hellfire
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Jorn Lande non ha un momento di pausa: quando non è coinvolto in varie collaborazioni (Ayreon e Avantasia, nei primi mesi del 2008), si dedica alla sua carriera solista, arrivata ormai al traguardo dell’ottavo album dal 2001 ad oggi. Carriera che, pur con alti e bassi, non ha mai presentato cali qualitativi clamorosi.
La qualità è sempre stata una priorità per il paffuto norvegese: anche per questo “Lonely are the brave”, si è fatto accompagnare da turnisti, ai più sconosciuti, dotati di grandissima classe e che sono, comunque, parte attiva nel processo di songwriting, trovando anche il modo di ritagliarsi alcuni spazi nei quali mostrare la loro bravura. Un lavoro che rispecchia l’ecletticità di Lande: si spazia infatti tra sonorità classiche e più epiche, passando per l’AOR, qualche accenno di thrash metal e un brano più ricercato e meno “classico”, come la conclusiva “Hellfire”, che dimostra come Jorn si trovi più a suo agio in territori sperimentali. Il tutto con lo spettro di David Coverdale sempre dietro l’angolo, che è allo stesso tempo un suo punto di forza e una debolezza, al punto che le prime due canzoni non avrebbero sfigurato in album come “1987”.
Escludendo i due album degli Ark e “Worldchanger”, lavori a distanza di anni irraggiungibili, definire “Lonely are the brave” il miglior album della sterminata discografia di Jorn Lande non è un’affermazione errata. Consigliato a tutti gli appassionati di questo strepitoso cantante. Aspettiamo ancora un colpo di genio alla “Burn the sun”: le potenzialità ci sono, sicuramente calerà il suo asso prima o poi…
N.L.