www.fratellicalafuria.com
www.massivearts.com
“Altafedeltapaura” è una patata bollente. Piacerà tantissimo a chi già apprezza i Fratelli Calafuria e il loro mix perverso di idiozia da truzzo di quartiere e ironia spinta sulle cose del mondo, ma darà il solito prurito alle mani a chi, dall’inizio, li ha considerati già visti, dalla punta dei piedi all’ultimo capello.
Va così: se accetti di essere colpito in piena faccia da dei pezzi che non puoi dire che non trascinino, da delle basi che sono perfettamente di genere ed allo stesso tempo scombinate quel tanto che basta per non annoiare, non puoi non divertirti, dal vivo cento volte più che su disco, vero, ma comunque ti diverti, lo metti su la mattina e ti svegli bene.
Se il gioco invece non è di quelli che ti trascinano e rimani composto in un angolo a cercare i difetti, chiaro, i difetti li trovi, e sono tanti, ma siamo sicuri che valga la pena cercarli? Alla fine questi tre ragazzi sembrano divertirsi, il loro pubblico sembra divertirsi, noi ci divertiamo a sentirli, e bastano due pezzi di questo Ep, la title track “Altafedeltapaura” e “Bastaironia” per capire che dietro al tupa tupa e alle ritmiche da dancefloor c’è qualcosa che parte dal disagio del ragazzo medio per arrivare alla denuncia dell’uomo consapevole: una denuncia sconnessa, tesa e zoppicante come la voce di Andrea Volonté, come la velocità forsennata di questo Ep, che di sicuro farà muovere parecchi, quest’estate. Una denuncia che in questo momento non può che apparire vibrante, reale, urgente.
Francesca Stella Riva