[Hip Hop/Punk/Dub] Mongrel – Better Than Heavy (2009)
Barcode – Lies – Hit From The Morning Sun – Off The Leash – The Menace – Act Like That – Julian – Better Than Heavy – Better Than Us – Alphabet Assassins – All Your Ever After
http://www.myspace.com/mongrel
http://www.wallofsound.net
Domanda: cos’è questo album? Un tentativo di Hip Hop? Qualcosa che ricorda terribilmente da vicino quello che sarebbe potuto essere l’imbarazzante Cut The Crap dei Clash se fosse stato concepito adesso? Un tentativo di scimmiottare i Rage Against The Machine?
Risposta: questo album è inutile: se voglio un cd hip hop ci sono miriadi di lavori migliori sia oltreoceano sia in Inghilterra, non ho certo bisogno del giocattolo sovversivo di gente che viene dagli Arctic Monkeys e dai BabyShambles. Se voglio dei testi che analizzino la situazione politica in Gran Bretagna, dei testi di lotta, posso rivolgermi agli Asian Dub Foundation, ma di certo non rifugiarmi nelle banalità di qualcuno che spara ad altezza d’uomo su tutto ciò che vede senza nessuna coscienza, per darsi un tono impegnato (vedi: la solita tv che schiavizza la gente, le solite religioni oppio dei popoli, i soliti codici a barre che usano per controllarci).
Al di là delle condivisibili o no opinioni su testi e modi, c’è la musica a parlare, e la musica è spesso e volentieri inascoltabile: “The Menace” dovrebbe suonare aggressiva o sarcastica ma finisce per essere solo ripetitiva e un po’ ridicola, con tutti quei “BlahBlahBlah” a fare da controcanto, “Julian” è dub ma non troppo, con una voce black ma non troppo, “Better Than Heavy” è proprio un brutto dub, o per lo meno un dub datato, che sa di improvvisazione in sala prove.
Unico episodio interessante è il divertente esperimento di “Alphabet Assassins”, in cui il gruppo gioca con l’alfabeto al contrario autolimitandosi, in un esercizio di stile, ad usare nel testo una lettera per volta dalla Z alla A. Piacevole anche la conclusiva “All Your Ever Afters”, con un beat insistente sul battere e un ritornello molto pop che è l’unica cosa che ci rimane in mente dopo quasi un’ora di ascolto.
Francesca Stella Riva