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Negli ultimi tempi David Longstreth, cantante ed anima dei Dirty Projectors, ha collaborato a lungo con Bjork e David Byrne, te ne accorgi per forza, ascoltando Bitte Orca: le voci sembrano quelle di Medulla, spirito easy listening filtrato attraverso la sperimentazione musicale, una buona tendenza a non prendersi mai troppo sul serio.
I Dirty Projectors hanno fatto il loro capolavoro. Un album di sperimentazione curiosa ed eclettica che non risulta mai pesante, mai già sentito, nove pezzi che sarei curiosissima di vedere suonare dal vivo, vista la tecnica, la passione e soprattutto il gusto col quale viene suonata ogni nota.
Ce ne è per tutti, in Bitte Orca, tant’è vero che categorizzarlo in un genere è praticamente impossibile oltre che, soprattutto, inutile: c’è così tanto da ascoltare che consiglio molto più che un passaggio nello stereo per giudicarlo: la prima volta vi sembrerà troppo barocco, la seconda cacofonico, la terza ballerete. Garantito. Chapeau.
Francesca Stella Riva