[Instrumental Rock] Jeff Beck – Emotion And Commotion (2010)


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Ma chissà poi com’è, davvero, Jeff Beck. Cioè, è davvero matto e incazzoso? Come passa le sue giornate? Indossa solo magliette attillate? Un giorno si scimmia per l’elettronica (Who Else!, You Had It Coming e Jeff a inizio secolo), e un altro giorno si alza, sporco di grasso, dal bolide sportivo su cui sta smanettando e decide ‘massì, torniamo sul classico’.

A sette anni dall’ultimo disco in studio richiama i soliti amici, tra cui Jason Rebello al piano, Vinnie Appice alle percussioni e la deliziosa Tal Wilkenfeld al basso (e già che c’era un’orchestra da sessanta), e si diverte con un album che scorre via facile tra tutte le sonorità del suo passato. Tributi alla musica sinfonica (‘Corpus Christi Carol’, ‘Somewhere Over The Rainbow’ e il ‘Nessun Dorma’) fanno da collante a una manciata di pezzi dove le dita di Beck e il suo wah se la viaggiano senza esagerare troppo: non è un suo show off ma un sincero tributo a melodie classiche. ‘Hammerhead’ è una bomba groove/funkettosa/sinfonica che si pianta subito in testa, ‘Never Alone’ ha forti tinte lounge e fusion e poi arriva lei, Joss Stone. Si sgola più qua che sul suo ultimo disco, sia sulla cover di ‘I Put A Spell On You’ (un classico r&b con cui avrebbero giocato volentieri anche i Led Zeppelin) che sull’inedito ‘There’s No Other Me’, mettendo in ombra persino la chitarra di Jeff.

Un po’ sottototono gli altri pezzi: non sono male, ma sono numeri troppo rilassati per l’economia del disco che richiede a gran voce altre scosse come ‘Hammerhead’. Gran gusto e grande produzione, ma c’è forse troppa ‘Emotion’ e ben poca ‘Commotion’.

Marco Brambilla

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