Voce e chitarra. Così torna sulla scena J. Mascis, autentico mito del rock degli anni 90 con i suoi Dinosaur Jr. Il rumore fuzz lo ha lasciato per un attimo a casa. Il muro di amplificatori Marshall sono rimasti chiusi in una stanza.
Per il suo primo vero e proprio lavoro solista firmato con il suo nome, il re dell’indie rock a stelle e strisce fa sfociare la sua indole intimista in dieci canzoni. Assenza di sezione ritmica, armonie vocali, arpeggi, e un dream team di amici che hanno regalato pennellate poco invasive al suono finale. Tra gli altri Kurt Vile, Kevin Drew dei Broken Social Scene, Pall Jenkins dei Black Heart Procession, Kurt Fedora, Ben Bridwell dei Band of Horses, Sophie Trudeau degli A Silver Mount Zion.
Dopo una lunga carriera J Mascis dimostra ancora una volta di sapere scrivere buonissime canzoni, piene di qualità e di pathos. A volte sembrano l’ossatura di una partitura per la sua band e ci si aspetta che da un momento all’altro possano entrare veementi i suoi vecchi compagni Lou Barlow e Murph. Ma va bene così. E in questi brani troviamo gusto, semplicità e liriche ispirate. La sua voce si impenna ancora su quelle note sognanti e dolenti. Un incanto per gli ascoltatori. Una spanna sopra al fiorire (moda?) dei folk singer intimisti di questi ultimi anni. Poco da dire: il rocker bostoniano mette a segno un disco migliore di quelli usciti nel post reunion dei Dinosaur Jr.
Luca Freddi