[Jazz] Jarrett Peacock DeJohnette – Yesterdays (2009)
Strollin’ (Horace Silver) – You Took Advantage Of Me (Richard Rodgers/Lorenz Hart) – Yesterdays (Jerome Kern/Otto Harbach) – Shaw’nuff (Dizzy Gillespie/Charlie Parker) – You’ve Changed (Carl Fischer/Bill Carey) – Scrapple From The Apple (Charlie Parker) – Sleepin’ Bee (Harold Arlen/Truman Capote) – Smoke Gets In Your Eyes (Otto Harbach/Jerome Kern) – Stella By Starlight (Victor Young/Ned Washington)
Vorrei parlar male di Keith Jarrett e di questa sua ultima produzione con il suo trio, ma non ci riesco. Anche di fronte a questa registrazione ‘live’ del 2001, che nulla aggiunge all’ormai imponente produzione dell’eclettico, irascibile, venale, antipatico e genialmente compreso pianista (ma lui preferisce di gran lunga essere definito ‘musicista’) americano.
Il trio Jarrett Peacock DeJohnette (con più di venti CD realizzati nel corso di registrazioni in studio e dal vivo) è una macchina così perfettamente carburata, ottimizzata, rodata che è comunque sempre un piacere ascoltare.
Certo non sono le emozioni dei primi CD, quel suono così innovativo, quella ricerca lenta ed inesorabile del giusto equilibrio tra vuoto e pieno, tra calore e razionalità, tra improvvisazione e struttura, tra solismo ed interplay ma anche questa tour in Giappone ci regala momenti nei quali l’imperatore e i suoi due comprimari danno veramente una lezione di stile.
Questo confrontarsi, poi, su standard di Charlie Parker, di Horace Silver, di Rodgers & Hart rende la sfida più avvincente, essendo questi tra i brani più frequentati dai jazzisti e dunque pieni di termini di paragoni e di confronto.
Che dire? Siamo di fronte a tre grandissimi musicisti, tre solisti che hanno dato vita ad un trio, il più longevo (dal 1983) e prolifico della storia del jazz, e che comunicano quasi telepaticamente le reciproche intenzioni/emozioni.
Ripeto: non è forse la loro migliore performance ma di fronte ad artisti di questo livello sono quasi certo che perfino Charlie Parker, ascoltando la torrenziale “Scrapple from the Apple”, dall’alto dei cieli, approverebbe. E noi con lui. E tanto ci basta.
Marco Lorenzo Faustini