Pompelmo – Burzum – Hotel Clodio – Io Gnomo – Plastic French Mozarela – Sakara Bondage – Polistirolo – Macon – C’est Comme Chier Son Aime
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Sono un duo, gli Ada Nuki, ma un duo incredibilmente pieno e risonante. Giorgio Maniglia (Microwave With Marge e Logan) alla batteria e Stefano Spataro (Ritratto di Un Mattino e Anonima Folk) al basso e voce. Saranno in tour ad Aprile ed io non me li voglio perdere, perchè sono curiosa di vederli live, convinta come sono che certi gruppi su disco rendano la metà, vuoi per il mixaggio, vuoi per i suoni, vuoi perchè non li vedi sudare.
Il risultato è comunque ottimo, questo album è qualcosa che spacca in due il cervello, che ti abitua male con la prima traccia, “Pompelmo”, che sembra quasi avvicinabile, e colpisce poi in piena faccia con “Burzum”, guidato da un riff che non si dimentica.
Bella “Hotel Clodio”, che si chiude in sordina con un bellissimo glockenspiel rarefatto, bella “Lo Gnomo”, pagina fra il progressive e il post punk, divertente “Plastic French Mozarela”, suonata con stle e voglia di parodia.
Encomiabile la chiusura con “C’est Comme chier Son Aime”, che potrebbe essere stata scritta dagli Slint nel periodo di Rhoda.
Quando si sentono gruppi come questo si rimane sempre stupiti: del fatto che siano italiani (perchè in Italia di musica così ce ne è poca), del fatto che abbiano così poca risonanza (perchè ne meriterebbero molta di più), del fatto che pochi ne parlino (tant’è vero che sono prodotti da un’etichetta di Strasburgo). Certo, è un genere ostico, ma è un peccato che passi totalmente inosservato, qui.
Francesca Stella Riva