Taboo – Essere Italiano – Caramelle – Evolution – Tosso – Tragedia In Viola – Virilità – Le Futon Rouge – Donna – Forse – Gambero – Turn The World Around – Space Oddity – Mah Nà Mah Nà – Ultimo Impero
Sul retro del digipack di questo CD c’è scritto: “Improvvisazione quasi libera, guidata dalle tracce fantasma Robotnik con suggerimenti in cuffia”. Che vuol dire? Vuol dire che questi matti imbracciano gli strumenti e tramite delle cuffie ascoltano tracce audio che contengono i suggerimenti metrici, armonici e di stato d’animo che consentono loro di improvvisare, dando alla sessione una struttura con cui misurarsi.
Follia? Forse, il loro sito web ci dice che questa cosa si chiama Musica a Consiglio che altro non è che (cito) “una riflessione critica circa la linea di confine fra composizione ed improvvisazione musicale, che segue la strada introdotta dalle sperimentazioni di compositori avant-garde quali John Cage, Earle Brown e Karlheinz Stockhausen. (…) Il risultato, sempre diverso e sorprendentemente fluido, è quello di un’orchestra guidata da un direttore fantasma in cui i musicisti conservano integralmente la loro indipendenza espressiva senza tuttavia sfociare nell’improvvisazione totale e anarchica.”
Come per tutti gli esperimenti e le riflessioni è lecito chiedersi se si possa parlare di arte o semplicemente dello sviluppo di uno strumento che porterà altri, più avanti, a produrre arte. Il mio dubbio, prima di procedere con l’ascolto di Brodo era semplice, mi chiedevo “Ma sarà più importante la musica o com’è stata composta?”. Il fatto poi che il gruppo si definisca come un collettivo sperimentale non mi semplificava certo le cose. Così ho preferito infischiarmene, mettere il disco nel lettore, premere play e subirne le conseguenze.
Sapete che è successo? Che tutti i dubbi si sono sciolti al sole, perché il disco è una bomba e chissenefrega dei trucchi. In bilico fra post-rock, jazz, math rock e un sacco di altre cose, Brodo all’ascolto sembra tutto tranne che frutto di improvvisazione, quella che si ascolta è musica coerente, sfaccettata e non innovativa a tutti i costi. Provare per credere!
Stefano Di Noi