Redrum Alone De Redrum Natura

No Guitars Were Used in Making These Tracks”, recita il titolo di una delle dieci tracce di “De Redrum Natura”, album dei Redrum Alone, duo italiano già attivo da tempo sul fronte live e finalmente all’esordio discografico. Già questo dovrebbe dare l’idea della cifra stilistica del lavoro, in cui a farla da padroni sono i sintetizzatori, con ampi riferimenti ai primordi della musica elettronica così come agli anni ’80.

Abbondano le citazioni, dal nome della band, che mette assieme il “Murder” al contrario di “Shining” e un noto programma di produzione musicale, così come il titolo del disco, che richiama l’opera di Tito Lucrezio Caro, o ancora la copertina, un omaggio alla sequenza iniziale di “2001 Odissea nello spazio”. E nella tracklist spunta un’interessante cover di “Emilia paranoica” dei CCCP, assieme a un “Enola Murder” che unisce un celebre bombardiere della Seconda Guerra Mondiale e una hit degli anni ’80 e nel contempo riecheggia il sopracitato Redrum. Tanto i richiami culturali come quelli musicali vengono gestiti con la dovuta scioltezza e ironia, così da evitare scivoloni nel grottesco. E il risultato è un disco godibile, di cui dev’essere interessante la resa dal vivo: tutto l’equipaggiamento – synth, campionatori, vocoder e drum machine – è suonato live, giurano i Redrum Alone, senza l’aiuto di computer e basi preprogrammate.

Marco Agustoni

 

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