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Ad un certo punto, gli HIM hanno capito che potevano anche smettere di scrivere canzoni. Il momento preciso, più o meno, è stato quando il loro ghirigoro di emblema è diventato più famoso di loro ed è finito sulle toppe da borsa delle ragazzine gotiche. Pur non essendo mai stati dei manici, e pur avendo nel frontman Ville Valo e nel suo modo di cantare ‘sospirato’ un facile bersaglio, è indubbio che i loro primi lavori avessero una certa melodia. Una volta cresciuta la fama della band finlandese, persa la bussola a livello musicale, si era arrivati a quel goffo tentativo di musica ‘pesante’ di Venus Doom (2007).
Ora la band ha almeno l’onestà intellettuale di limitarsi a fare quello che le riesce meglio: una manciata di pezzi sui 3 minuti e mezzo, facilmente assimilabili, tre accordi, qualche spruzzo di elettronica e tastiere, nessuna divagazione dalla loro linea pop rock, love metal, gothic rock melodico o quel che è. Unica novità del disco, un Ville Valo che oltre a suoi soliti sospiri (con anche qualche tocco piccolo piccolo ma molto molto orribile di autotune) propone urlate da emo che neanche Jared Leto.
Volendo, la recensione potrebbe anche finire qui: ritorno a sonorità più consone, nessun pezzo memorabile, ragazzine contente, ciao. Ma noi purtroppo i dischi li ascoltiamo bene, e non possiamo perderci certe chicche servite su un piatto d’argento. Succede che il loro immaginario fatto di storie di amore tragico, romanticismo decadente e diffuso malessere emozionale raggiunge nuove vette, superando la linea del buon gusto. Già l’idea di basare tutto il disco sulle ex del cantante è micidiale, ma i testi vanno ben oltre:’Chiudendo Cupido in una borsa per cadaveri indossata con grazia’, ‘In senso e con sensibilità biblica/lascia che ti conosca’, ‘Addio al mondo senza cuore/ti manderò una cartolina bruciata/nelle fiamme che hai cercato così strenuamente di estinguere con la paura di cadere’, ‘L’amore è come il diavolo che conta le gocce nella pioggia’, ‘olyoly oxen free’, ‘Nel nome dell’amore perduto sono gelido nei suoi confronti e voglio che tu/venga e mi costruisca un ponte zuppo di benzina e passi la torcia’. Non vogliamo credere che si siano davvero seduti e messi a scrivere queste cose…un generatore casuale tipo quelli di Facebook avrebbe fatto meglio.
Sì, qualche volta ci piace farvi notare che cosa state ascoltando sul serio.
In definitiva: i vampiri di Twilight con le chitarre alla riscossa.
Marco Brambilla