Skrillex – Recess

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E come si è comportato sulla lunga distanza il buon Skrillex, all’anagrafe Sonny Moore, uno dei casi mediatici più importanti della musica elettronica dell’ultimo lustro? Senza infamia e senza lode. Chi si aspettava il disco della sua svolta definitiva si trova in mano un pugno di mosche, ma per un semplice motivo: sei Grammy li ha già vinti, i palasport li riempie da diverso tempo, non deve rendere più conto a nessuno.

“Recess” non aggiunge e toglie nulla a quanto fatto da Skrillex negli ultimi sei anni di vita anzi, nelle dimensioni di un album la sua proposta può risultare difficile da digerire fino alla fine. Meglio la freschezza di più EP suddivisi nel tempo, pochi brani ma tutte hit. Quella dubstep che lo ha eletto come uno dei nomi più “aggressivi” della scena elettronica moderna è sempre presente, e le formule stilistiche che lo han reso famoso ci sono tutte, ma la decisione di spingersi su generi diversi porta a quelli che sono gli episodi migliori del disco. Basti pensare alla drum n bass di “Coast Is Clear”, a quella “Ragga Bomb” nella quale si respira anche l’aria dei grandi rave anni Novanta o alle atmosfere rilassate di “Fire Away”, scritta in collaborazione con Kid Harpoon.

“Recess” è il riassunto dello Skrillex del 2014: un uomo dal successo fulmineo che prova a inserire una nuova formula alla sua proposta musicale, finora diventata oggetto di culto dei soli teenager. Per loro assume, infatti, il ruolo dei Prodigy per chi ha vissuto l’elettronica degli anni Novanta: un recinto un po’ troppo piccolo nella EDM moderna, mai così forte e ricca di seguito.

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