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Sulla strada segnata dei fratelli maggiori Hardcore Superstar, ecco il debut degli Hell N’ Diesel, novelli “wannabes” dello sleaze-street-glam rock scandinavo insieme a Babylon Bombs, Crazy Lixx, Vains of Jenna e Crashdïet. La band proviene da Freak City, improbabile cittadina situata in un posto sperduto della Svezia, ed è formata da cinque personaggi che rispondono agli ancora più improbabili pseudonimi di Evil, J.Sledge, Maxx Whyte, Sudden e Blanco.
Dalle note biografiche la band dichiara subito e senza mezzi termini l’influenza di Mötley Crue, AC/DC, Guns N’ Roses e Skid Row, influenze che condivido, ma fino a un certo punto. Personalmente sento molto la presenza degli Hanoi Rocks e dei Shotgun Messiah aleggiare su Passion for Power, per non parlare poi delle contaminazioni sonore tipiche dello street-sleaze losangeleno, e parlo di band come Junkyard e Circus of Power.
Vi chiederete quindi cosa ci sia di originale in questo debutto? Praticamente nulla, totalmente derivativo. Però Passion for Power spacca di brutto e bisogna dare sicuramente merito agli Hell N’Diesel di una cosa: l’attitudine, la fottuta attitudine con cui ti sparano in faccia il loro biglietto da visita. Brani come Sweet Sister, You Shook Me, Miss Cocaine, Attitude e Ride Away potrebbero essere l’ideale colonna sonora per i viziosi party dei club del Sunset Boulevard. Ed è in questi pezzi che si sente l’influsso della band di Michael Monroe e soci, eccome si sente.
Crosses sembra scritta invece dai Guns, incredibile, e se non fosse per l’impostazione vocale di Evil, completamente diversa da quella di Axl Rose, si potrebbe essere tratti in inganno. Non poteva poi mancare la ballad, la mitica ballad. Gente, qui non si scherza! Fallin’ fa venir voglia di saltare su una Harley, omaggiata nell’intro di S.O.Y.L., dare gas a manetta e spararsi tutta la Pacific Coast Highway con una pupa accomodata sul sissy bar. Non male l’inizio di questi selvaggi rockers svedesi, ma come diceva qualcuno parecchio tempo fa, it’s a long way to the top, if you wanna rock ‘n’ roll.
Mario Munaretto