[Synthpop/EBM] VNV Nation – Of Faith, Power And Glory (2009)
Pro Victoria – Sentinel – Tomorrow Never Comes – The Great Divide – Ghost – Art Of Conflict – In Defiance – Verum Æternus – From My Hands – Where There Is Light
http://www.vnvnation.com
http://www.anachronsounds.de
Inutile nasconderselo: più che sul box riepilogativo “Reformation 1” (pubblicazione uscita esclusivamente per accontentare i loro fan più stetti), le attese per i VNV Nation del 2009 erano tutte puntate su questo “Of Faith, Power And Glory”, settimo album in studio del duo angloirlandese, nonché successore di “Judgement”, il loro disco di maggior successo. In molti si chiedevano se i VNV Nation avessero ancora buone idee da proporre, e soprattutto in che modo sarebbero riusciti a proporle.
Il nuovo lavoro fuga ogni dubbio in proposito, e ci ripresenta una band ancora in grado di scrivere brani convincenti, tali da non scalfire la reputazione di act fra i più in vista nell’ambito dell’EBM maggiormente votato alla melodia. Ancora una volta la chiave del loro successo risiede nell’eclettismo di fondo di Mark Jackson e Ronan Harris: questi ultimi non sono certo musicisti geniali, bensì ottimi artigiani, e dell’artigiano possiedono una delle qualità fondamentali; l’abilità nel far propri stili e modi espressivi ideati da altri, plasmandoli a proprio piacimento.
In questo senso “Of Faith, Power And Glory” è un’opera al 100% VNV Nation: come “Judgement”, racchiude al suo interno canzoni fortemente eterogenee, ispirate da mille fonti diverse, capaci di piacere ad un pubblico altrettanto eterogeneo. Ci sono gli accenti marziali dell’intro “Pro Victoria”, la fanfara melodrammatica di “Verum Æternus”, il synthpop da dancefloor di “Sentinel” e “Tomorrow Never Comes” (fra i brani più retrospettivi del disco), le atmosfere cupe di “Ghost” (NIN?), la dura e acida “Art Of Conflict” (ispirata all’elettronica inglese di fine anni Novanta, un ibrido fra Prodigy e Chemical Brothers degno di esser suonato ad un rave), il romanticismo pianistico di “From My Hands”; e in “Where There Is Light” affiorano persino echi new wave. Insomma, un vero e proprio calderone sonoro, che però evita di scivolare nella totale incoerenza delle parti grazie a una non comune abilità nell’assemblaggio dei vari generi.
“Of Faith, Power And Glory” non ci racconta nulla di nuovo. Presenta tutti i pregi – capacità di sintesi, buoni spunti melodici, ottime armonizzazioni delle tastiere, linee vocali sopra la media – e tutti i difetti – scarsa originalità, eccessiva disinvoltura nel passare da uno stile all’altro, tendenza a utilizzare l’elettronica in modo sin troppo rassicurante e leggero – che hanno caratterizzato i VNV Nation negli ultimi anni. In ogni caso il disco non dovrebbe deludere i fan del complesso; anzi, proprio a causa della sua orecchiabilità, potrebbe persino risultare un’utile introduzione all’elettronica per chi ne è totalmente digiuno.
Stefano Masnaghetti