Ripescare una foto d´annata dei The Feelies suscita una tenerezza senza pari.
Quattro ragazzi dall´aria timida con enormi occhiali da vista, camiciole a maniche corte dai colori imbarazzanti, pantaloni ascellari, pettinature sbagliate e facce decisamente troppo pulite per una band dei primi anni 80. Impossibile reprimere un sorriso di fronte ad un disastro del genere: con le loro mise preppy (forse ora se ne pentono, chissá) e la loro aria da secchioni, i Feelies non erano di certo la prima band che veniva in mente ad una groupie di quel periodo.
Eppure, questi quattro pivellini del New Jersey spuntarono fuori nel 1980 con “Crazy Rhythms”, considerato dalla critica uno dei capolavori assoluti di quegli anni, precursore di quello che oggi viene chiamato indie-rock. Influenzati dalla nascente corrente new wave, di cui i Television rappresentavano la variante piú rock, i Feelies diedero vita ad un album dagli spettacolari nervosismi punk, che pur cozzando violentemente con l´immagine pudica del gruppo si fondevano con gli obliqui virtuosismi chitarristici della band. Schizofrenie post-punk, rabbiosi assolo di chitarra lanciati verso l´infinito e percussioni ossessive alla Velvet Underground: i Feelies dimostrarono di avere le palle.
Ora, a ben 31 anni dal fortunato esordio, mentre ci si aspetterebbe di vederli assaporare placidamente la quiete della mezza età, ecco che i Feelies imbracciano di nuovo le chitarre per ritornare alle stesse atmosfere wave-rock di trent´anni fa, come se il tempo si fosse cristallizzato. “Here Before” è però un album fresco, che trasuda tutta la pace e la spensieratezza di un gruppo i cui turbamenti giovanili sono ormai solo un lontano ricordo. Le cristalline “Nobody Knows” e “Later On” sembrano voler ribadire il nuovo spirito della band, mentre i tiratissimi affanni chitarristici di “When you know” e “Time is right” dimostrano come la carica dei Feelies non si sia affatto affievolita con gli anni, anzi. Le tracce scorrono leggere una dietro l´altra, mentre i virtuosismi chitarristici di Mercer e Million danno vita a taglienti riff che divagano dalla trama centrale per poi riallacciarsi di colpo al filo conduttore dei brani.
Il problema di “Here Before” è uno solo: non è “Crazy Rhythms”. E per quanto le fatiche dei Feelies siano servite a creare un album piacevolissimo, si sente la mancanza di una “Original Love”o di una “Forces at Work” che faccia schizzare l´adrenalina a mille. In un periodo di selvagge reunion dal mero scopo commerciale, quella dei Feelies rappresenta comunque una felice eccezione, che ci riconsegna una band in ottima forma spinta dal semplice desiderio di comporre e suonare. Avercene.
Valentina Lonati