Buttiamo in un mixer un po’ di math-rock stile Foals, schitarrate ronzanti alla Placebo, la voce sognante degli Smashing Pumpkins e condiamo il tutto con un gran corredo di effetti da Sonic Youth: ecco i The Joy Formidable.
La band di Ritzy Bryan (energica biondo-tinta cantante e frontgirl), alla prima prova ufficiale si dimostra abile nel trovare riff che coinvolgano l’orecchio dell’ascoltatore sin dal primo ascolto – ne sono prova brani come “A heavy abacus” e “The greatest light is the greatest shade” – e nella costituzione di pezzi che richiedono prepotentemente un ascolto live. I tre musicisti provenienti dal nord del Galles non sono però dei perfetti novellini: si erano già mostrati al pubblico con un ottimo EP intitolato “A Balloon Called Moaning” da cui sono state tratte 4 delle 12 tracce attualmente presenti nel disco, e hanno aperto diversi concerti per gruppi come Editors e Foo Fighters, oltre che aver fatto numerose presenze nei festival di tutto il mondo.
Questi i meriti. C’è da dire che seppure questo sia un lavoro certamente sufficiente per un album di debutto e il materiale dietro è concreto (“I don’t want to see you like this” e “Whirring” non sono brani da sprovveduti), non ci si può però adagiare sugli allori in quanto la band fino ad ora non è riuscita ad arrivare ad un vero anthem. Molti dei brani sono interscambiabili (forse anche per la ridondanza dei ritornelli che corrono il rischio di somigliarsi un po’ troppo) e anche nei più ispirati viene a mancare l’idea per raggiungere quella melodia davvero vincente.
Con “The Big Roar” i The Joy Formidable bussano insistentemente alla porta del successo, a questo punto non rimane che attendere con ansia la loro irruzione definitiva.
Andrea Suverato