The Rest Side – The Rough Core Of Things

The Rest Side The Rough Core Of Things Recensione

Ottimo esordio per il power trio pugliese dei The Rest Side, fautore di un alternative rock ricchissimo di sfumature e d’influenze fra le più disparate. Tanto che dopo un primo ascolto dei dieci brani che compongono “The Rough Core Of Things” si rimane quasi disorientati, proprio a causa dei mille rivoli in cui la musica della band si dirama minuto dopo minuto.

Le basi costruttive del sound sono individuate dai Nostri nel grunge degli anni Novanta e nello stoner dello stesso decennio. Tuttavia a questa materia grezza vengono via via aggiunte molteplici componenti diverse che rendono il lavoro ben diverso dal solito ‘polpettone’ citazionista e retrospettivo. C’è una sorta di math – core filtrato dai Tool (“Faded Memory Of My Promises” e “Sot“), ci sono gli stessi Tool che vengono imbastarditi dal funk dei Red Hot Chili Peppers (Foolscap), e inoltre molti movimenti meccanici che fanno pensare al post – grunge e al post – stoner, con i Queens Of The Stone Age in prima linea e qualche rimando agli Stone Sour. Si arriva persino a derive post – rock con le liquidità strumentali nel break centrale di “Get Proud And Race” e in certi frangenti di “Saturated People“. Sugli scudi la voce cupa e al contempo versatile di Giuseppe Chiumeo, il quale si occupa anche delle chitarre, mentre la sezione ritmica composta da Cosimo Summo al basso e Ruggiero Lanotte alla batteria macina inesorabile e propelle senza sosta, coadiuvata da una produzione molto netta e definita che mette in risalto la cassa ‘drittissima’ di Lanotte.

Difetti? Sì, qualcuno. A volte le tracce sono troppo lunghe e si perde in potenza d’impatto, soprattutto verso la fine dell’opera. In più, a voler cercare il pelo nell’uovo, non c’è una canzone che spicchi davvero sulle altre e che possa esser pensata in grado di trascinare “The Rough Core Of Things” al di fuori dell’underground. Ma si tratta di pecche spesso giustificabili dal carattere d’esordio dell’LP. Col tempo i The Rest Side potrebbero limare molti di questi aspetti. Noi intanto possiamo già avvisare di tenere d’occhio questo gruppo.

Stefano Masnaghetti

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