Saremo in sette, in tutta Italia, ad essere in fregola per questo disco. Perché? Quanti conoscono Tom Keifer, frontman dei Cinderella? Ah, i poveri Cinderella, una delle band più sottovalutate e sfortunate di sempre: relegati a spalla del loro mentore (Jon Bon Jovi, proprio lui), silurati nei ’90 perché messi (a torto) sullo stesso carrozzone dei Poison e del resto del glam*, problemi di salute, problemi con le etichette…Come buttare via quella che era una gemma di hard rock americano,bilanciata tra la ruffianeria di certi anni ’80 e sonorità più mature e southern, con un frontman ENORME e un fracco di belle canzoni. Scaricatevi pure i bootleg del ’90, venivano giù i palazzetti!
Insomma “Così va la vita”. Ed eccoci nel 2013, ad ascoltare quello che, in pratica, è il primo materiale inedito dopo due decenni. Non è esattamente chiaro quando sia stato composto: potrebbe essere degli anni ’90, del 2003, o anche di quest’anno. Viene da chiederselo dato che il disco, più che un’unità coesa, suona come un “best of di inediti”. Il sound prosegue il discorso raggiunto nel 1994 con Still Climbing, ultimo disco dei Cinderella: rock americano pieno di influenze blues, country, gospel…in una versione radio friendly contemporanea. Evidente l’influenza di Aerosmith e Rolling Stones, ricca la produzione e idem gli arrangiamenti, pieni di coriste, orchestrazioni, chitarre slide, fiati e tutte altre cose bellissime.
Tendenzialmente il lavoro alterna il pezzo più movimentato al pezzo più melodico, tirandola però un po’ troppo per le lunghe. Mancano poi i ritornelli e i riff coatti degli anni ’80, e questo ci dispiace un sacco.
Ma la curiosità più grande riguarda la voce di Tom: ce la fa? Sì, ce la fa. Ok, non canta come il giaguaro infoiato di una volta, ma suona in linea con un ventennio di invecchiamento…insomma, non diresti mai che ha subito due interventi alle corde vocali e ha dovuto reimparare a cantare da zero. Non è un centro pieno ma è un disco molto, molto bello. Tom Keifer si conferma un artista di enorme classe e carisma, nessuno ci potrà ridare i troppi anni perduti nel silenzio, ma questo cd è comunque una bella soddisfazione!
*E poi non capirò mai perché nei ’90 a loro buttavano la merda in faccia mentre i Black Crowes, che suonavano la stessa roba ma non venivano dagli anni ’80, venivano incensati come dei dorati.
Marco Brambilla
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