Idee eseguite magistralmente spesso sono figlie di un disegno ben più complesso ma con ampi margini di successo; così si potrebbe descrivere il quartetto svedese Youngteam che faceva il suo esordio, nel lontano 2007, con “Missnobandjet”, in cui però si sentivano troppo le influenze di gruppi leggendari come My Bloody Valentine, Slowdive e Brian Jonestown Massacre.
“Daydreamer”, invece, si fa portatore sì di atmosfere appartenenti ad un certo ambito di rock alternativo, ma il sound complessivo risulta oggi (e finalmente) molto più ricercato ed elaborato, di conseguenza è molto facile asserire che in questi quattro anni gli Youngteam sono riusciti a trovare la loro corretta dimensione. Nell’album si registrano numerose presenze come quella di Anna Jarvinen che accompagna la band con la propria, delicatissima voce nella traccia meglio riuscita del lavoro, “Your Love”. Una caratteristica positiva del disco è quella di riuscire ad accogliere, seppur non discostandosi troppo dall’indie rock più classico, elementi musicali appartenenti a generi come l’elettronica oppure alla new wave, come succede in “Strage Days”.
“Daydreamer”, come suggerisce il titolo stesso, durante l’ascolto ci trascina in una dimensione onirica in cui però alcuni tratti con influenze prettamente shoegaze rischiano di stonare un po’ con l’idea ed il concetto generale dell’intero LP. Nonostante ciò, l’ascolto è comunque piacevole soprattutto in relazione alla precisione tecnica che il gruppo, a causa/per merito del genere, teoricamente, non dovrebbe ‘dimostrare’ di avere; il richiamo pop in alcuni momenti non è assolutamente casuale ma, anzi, è un forte traino per far andare in loop determinate tracce come, ad esempio, “Introducing Mr. Gladstone” e la già citata “Your Love”.
Con questo secondo passo gli Youngteam di certo non compiono che un altro piccolo passo avanti nella loro carriera, situazione che non si verifica poi così frequentemente in un ambito dove è facile deludere le aspettative dopo un disco d’esordio che, tra creatività e novità, aveva incuriosito molti; fortunatamente, sia per gli Youngteam che per tutti noi, non è questo il caso.
Federico Croci