Mother Love Bone – On Earth As It Is

mother-love-bone-on-earth-as-it-isPotete trovare il murales per le vie della città, se andate a Seattle, del nome della band. Un murales bellissimo, colorato, un epitaffio di una vita e di una morte. Mother Love Bone. Nel documentario diretto da Cameron Crowe dedicato al ventesimo anniversario dei Pearl Jam, PJ20, Chris Cornell, cantante dei Soundgarden, Audioslave, Temple Of The Dog, dice “I più credono che il grunge sia finito con la morte di Kurt Cobain, ma la verità è che lo spirito vero se n’è andato con Andrew Wood, in quella camera d’ospedale dove ha esalato il suo ultimo respiro”.

Andrew Wood, cantante del gruppo Mother Love Bone, nato dalle ceneri dei Green River, cenere esso stesso da cui nasceranno i Pearl Jam. Andrew, morto il 19 Marzo 1990, ben prima che il fenomeno di Seattle esplodesse in tutto il mondo. Anima fragile ma incontenibile, esplosivo, irrefrenabile, un folletto sorridente votato agli eccessi, all’egocentrismo più sfrenato. Sul palco lasciava il segno, era dotato di una presenza scenica prepotente, diventava tutt’uno con il pubblico mischiando la propria anima a esso e portando il suo gruppo al di fuori del palco su cui suonava. Riusciva a far dialogare i musicisti musoni con la folla, personaggi schivi e travagliati come Jeff Ament e Stone Gossard. Riusciva ad aprire l’anima di mitologie del rock designate dal destino alla nascita, come Chris Cornell, già personaggio di spicco nel movimento in quegli ultimi anni della decade degli anni ’80. Condividendo l’appartamento, Cornell e Wood diventano due lati opposti ma di una stessa medaglia. Wood la parte più comunicativa, colorata, estroversa, Cornell il talento puro, l’esplosività. La luce e l’ombra.

Nel momento in cui gli eccessi hanno decretato la fine di Andrew, come tante volte succederà in seguito nella grande famiglia grunge, si scioglie la magia, l’alchimia sottile che rendeva la rabbia di quegli anni addomesticabile, che univa i jeans strappati e le camicie di flanella ai foulard colorati e agli occhialoni eccentrici, che univa quei musoni arrabbiati pieni di talento a un pubblico affamato di rock e di messaggi di indipendenza. Wood, anima pulita e spontanea, è stato poi sostituito da un’industria tritatutto. I protagonisti sono rimasti gli stessi, ma l’attitudine è cambiata. È diventato un negozio. Una macchietta. E mentre i musicisti continuavano a sfornare album, salivano nelle classifiche, calcavano gli studi televisivi di Mtv, il loro spirito è rimasto a quel 1990, fermo, immobile.

Come ricordo di questo momento indelebile e irripetibile, si unisce al valzer delle ristampe quella dell’unico disco della band, uscito dopo la morte del cantante nel 1990. Dopo la ristampa dell’unico album scritto in suo onore dalla band dei Temple Of The Dog formata dall’amico Cornell e dagli ex compagni di gruppo, ecco il cofanetto imperdibile per i fan e i collezionisti di quel momento storico musicale.

‘Mother Love Bone: On Earth As It Is’ è il titolo della raccolta, presente in vari formati. Dai solo CD audio, quattro, alla versione con DVD e vinili. Presenti nella nuova edizione il primo EP risalente al 1989 intitolato ‘Shine’ e l’unico album completo della band, ‘Apple’, del 1990, ovviamente rimasterizzati. In più demo e rarità, live della band e delle piccole reunion durante i concerti dei Pearl Jam, come la bellissima ‘Stardog Champion’ cantata da Chris Cornell durante il concerto per il ventennale della band di Eddie Vedder. Occasione per godere una volta ancora dei colori di quell’epoca, della vera anima del grunge, di capolavori musicali come la bellissima ‘Chloe Dancer/Crown Of Thorns’. In questi giorni si sta svolgendo il tour americano della reunion dei Temple Of The Dog, band nata nel ricordo di Andrew, che ha fatto scrivere a Cornell capolavori come ‘Say Hello To Heaven’ e ’Reach Down’, oltre che alla famigerata ‘Hunger Strike’, e mai come in questi giorni i caduti del grunge sono più vicini alla nostra anima musicale.

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