My Chemical Romance – The Black Parade/Living With Ghosts

my-chemical-romance-the-black-parade-living-with-ghosts

Arriva nei negozi oggi “The Black Parade/Living with Ghosts“, riedizione dell’album più conosciuto dei My Chemical Romance, che festeggerà il suo decimo anniversario il prossimo 23 ottobre. Il più grande errore che si può fare, parlando della band di Newark, è quello di ricordarla solo per questo disco quando in realtà si parla di una tra le realtà più sottovalutate che abbiano calcato i palchi nel Terzo Millennio. Un act che ha seminato e tracciato la strada per molti ma che, a conti fatti, ha raccolto praticamente niente.

I My Chemical Romance, a modo loro, sono stati un gruppo molto coraggioso, capace di reinventare la propria immagine in occasione di ogni nuovo disco, “tarando” anche la proposta musicale di conseguenza. Vedere come sono partiti sul debutto “I Brought You My Bullets, You Brought Me Your Love” e come sono arrivati al finale “Danger Days: The True Lives of the Fabulous Killjoys”, fa pensare di essere di fronte a due band totalmente diverse…bene, fate lo stesso ragionamento per gli altri due album e avete riassunto alla perfezione i MCR.

Un coraggio che in ogni caso va di pari passo ad un talento visivo e compositivo che, in tutta sincerità, non si vede molto facilmente in giro. Etichettati da molti come “Emo” per il semplice motivo di essere stati seguiti da dei teenager col ciuffo, in realtà proponevano un vero e proprio melting pot di influenze. L’hardcore punk, principalmente nel lavoro di debutto, ma anche (e soprattutto) una cura nei dettagli e negli arrangiamenti che, scusate il paragone scomodo, li fa inevitabilmente rimandare ai Queen, band della quale il frontman Gerard Way si è sempre dichiarato un fan.

Per riassumere la grandezza e la volontà continua di reinventarsi dei My Chemical Romance in tre punti, la cosa si fa abbastanza semplice:
IL VIDEO DI HELENA
Non si vedeva un video di un funerale sfondare dai tempi di “November Rain” e, parere del tutto personale, i MCR fanno anche meglio. Non c’è la pacchianità che caratterizzava il corto (chiamiamo le cose col loro nome) dei Guns N’ Roses, ma una coreografia praticamente perfetta, un montaggio riuscito. E, sempre per tornare al discorso del coraggio, trattare un tema delicato come quello di un funerale in un video destinato ai teenager è una cosa per la quale alzare le mani. Mani che, personalmente, ho spellato nell’applaudire nella sequenza centrale del ballo e la geniale conclusione dello stesso.

IL CONCEPT DI THE BLACK PARADE
Lo avrete capito, “coraggio” è la parola che può riassumere la carriera del gruppo. E devi averne di fegato per fare un album destinato ai ragazzini (sì, i MCR son sempre finiti in quel calderone là) che parla del tema della morte. Qui la band si reinventa da zero: crea il suo alter ego, i The Black Parade, si veste con abiti che ricordano quelli dei Beatles di “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” e musicalmente svolta in uno stile che, pur non rinnegando i primi dischi, incorpora in sé elementi delle rock opera anni settanta di band come Queen e Pink Floyd. Le basi per farli svoltare c’erano tutte: un tema non facile, una proposta musicale accattivante, un disco che è un vero e proprio capolavoro. Peccato che l’unica cosa che han guadagnato era una schiera di fan che parlava di suicidio: viste le basi meritavano molto di più. Il cd rimane comunque un successo colossale: vende oltre tre milioni di copie e permette al gruppo di girare il mondo senza sosta (133 concerti!), devastando però psiche e fisico di Way e compagni…

LA SVOLTA DI DANGER DAYS
Quando potevano vivere di rendita in un mondo in bianco e nero, i My Chemical Romance riscoprono i colori e se ne innamorano. Personalmente, “Danger Days: The True Lives Of The Fabulous Killjoys” è il loro disco che preferisco: è pazzo, le atmosfere dei video ricordano un mix di futuro distopico e atmosfere alla Mad Max cinque anni prima di “Fury Road” (e solo con questo mi compri all’istante), i brani filano via che sono un piacere, c’è anche un pezzo ballabile come “Planetary (GO!)”, impensabile visto il loro recente passato, e, soprattutto, questo lavoro mi ha fatto capire che il gruppo aveva ancora tantissime cose da dire. Anche perché in canna aveva “Sing”, una delle power ballad più belle degli ultimi anni che venne anche usata dalla band stessa come omaggio alle vittime del terremoto del Giappone.

I My Chemical Romance sono una delle band che hanno segnato il Terzo Millennio, nell’immagine e nella musica. Band che però è stata sempre incasellata nel settore sbagliato: un gruppo “per tutti” che molti hanno rinchiuso nel recinto dei gruppi per giovani depressi che vogliono tagliarsi le vene. Chissà che questa riedizione possa essere il primo passo per una prossima reunion. Nel frattempo questa è la tracklist degli “extra” presenti nella ristampa:
1. The Five of Us Are Dying (rough mix)
2. Kill All Your Friends (live demo)
3. Party At The End Of The World (live demo)
4. Mama (live demo)
5. My Way Home Is Through You (live demo)
6. Not That Kind Of Girl (live demo)
7. House of Wolves, Version 1 (live demo)
8. House of Wolves, Version 2 (live demo)
9. Emily (rough mix)
10. Disenchanted (live demo)
11. All The Angels (live demo)

Guardando all’orticello italiano, un piccolo dettaglio ancora oggi mi fa incazzare non poco: nell’estate 2011 i Nostri suonarono al Sonisphere di Imola e furono costretti a lasciare il palco sommersi dai fischi e insulti dai fan dei Linkin Park. Con un piccolo dettaglio: la band di Newark stava facendo il concerto della vita, Chester Bennington e soci fecero uno show di mestiere che durò anche poco.

Lascia un commento