Atmosfere tetre e decadenti per “King Delusion”, terzo studio album dei Nailed to Obscurity, band death proveniente dalla Germania. Fortemente contaminato da sonorità gothic e doom, il lavoro realizzato dalla formazione teutonica si presenta piuttosto omogeneo nella sua struttura.
I brani si avvicendano con ritmi moderati, rallentano fino al melodico in alcuni passaggi per poi riprendere con una certa veemenza, pur mantenendo un trend non troppo spedito. L’intera esecuzione offre un suono pieno in ogni sua componente, annoverando una buona produzione tecnica. Rispetto al precedente “Opaque”, “King Delusion” pare mostrare una preponderanza di sfumature gotiche, risultando più oscuro nelle ambientazioni rispetto al suo predecessore, e distinguendosi in maniera piuttosto marcata dal punto di vista stilistico. Sebbene tale cambiamento possa far storcere il naso a chi avesse apprezzato i precedenti lavori, il terzo album si mostra ben realizzato e godibile all’ascolto.
Buona anche la performance del vocalist Raimund Ennenga, autore di un growl profondo e pieno, adatto al sound tenebroso conferito dai brani; tra essi troviamo “Protean”, caratterizzata da un incipit lento e un cantato in clean, destinata a virare su ritmi più sostenuti e duri, enfatizzati dal passaggio in growl. Un bel pezzo che si snoda attraverso sei minuti di variazioni continue e ben distribuite.
“Memento” rappresenta bene il mood dell’album: un sound alienante e intriso di una malinconia oscura, venata di rabbia, espressa attraverso un brano dal ritmo repentinamente mutevole e che trasmette una particolare inquietudine. “Uncage my Sanity” è il brano più lungo dell’album: dodici minuti di esecuzione elaborata, durante i quali la band esprime tutto il proprio repertorio, sciorinando assoli in un’alternanza di passaggi lenti e veloci: molto evocativo e pregno d’atmosfera. “Desolate Ruin” chiude l’LP: una traccia venata da un improvviso crescendo e contraddistinta da una persistente aggressività, che ancora una volta esprime eloquentemente le tinte doom gothic che questo lavoro vanta.
In conclusione “King Delusion” rappresenta un buon lavoro, particolarmente apprezzabile da chi ami le tinte fosche e le sonorità catatoniche e decadenti di un metal aggressivo e malinconico.