Northlane – Mesmer

Iniziamo con una premessa. Nel metalcore attuale ormai, a parte pochissime eccezioni che si contano sulle dita di una mano, ci sono due tipologie di band: quelle che nascono già come cloni dei Bring Me The Horizon (vedi Bad Omens), e quelle che per qualche motivo, dopo tot tempo, decidono di aprirsi a sonorità più commerciali (per dirne una, i While She Sleeps che buttano pure in campo un pezzo con un featuring di Oli Sykes in persona).

E anche i Northlane con “Mesmer”, quinto disco in carriera, prendono questa direzione, dopo aver dato un contributo non indifferente alla scena progressive metalcore (anche se, ammettiamolo, già in “Node” erano presenti i primi semi di questa svolta, con un maggior uso dei clean vocals e di melodie post-hardcore). È più che lecito voler finalmente uscire dalla nicchia che ci si è scavati con tanta fatica, e prendersi gli insulti dei fan dell’ora di “Singularity”, e chi non lo fa ha altri motivi oltre la coerenza estrema (aka ottime disponibilità economiche).

Ma comunque, “Mesmer” è un prodotto che non può passare inosservato. Sicuramente perché l’hype che si è creato intorno all’uscita a sorpresa del disco non è cosa che succede tutti i giorni, anche se ormai anche nel metal sta iniziando a diventare una pratica comune e un indizio di quanto la discografia stia cambiando faccia per l’ennesima volta. Ma tornando ai nostri Northlane, qualche riga fa ho descritto “Mesmer” come un prodotto. Sì, perché non c’è niente, ma proprio niente che non vada in questo disco. Come un prodotto da catena di montaggio. Bello per carità, ma uguale a tanti altri. Omologato.

La deriva pop ha il suo fascino, non lo nego, e mette in luce i synth, grandi protagonisti di “Mesmer” in pezzi come “Zero-One” o “Fade”, con le loro atmosfere ovattate e liquide. Ma una volta che hai ascoltato un paio di brani, a partire dal singolone-bomba “Citizen”, li hai sentiti tutti. Sicuro anche l’impronta del vocalist Marcus Bridge, alla seconda esperienza con i compagni di avventure, ha condotto a questa scelta. Ma è un dato di fatto che i Northlane abbiano perso il loro trademark originale, diventando più commerciali e più appetibili alle masse, ma meno interessanti agli occhi di chi bazzica nel giro da tempo. Ed è un peccato.