Quinto album in studio per una delle più chiacchierate band australiane contemporanee. C’è da dire che in questo caso l’hype è accompagnato da un talento realmente fuori dal comune. In “Havilah” i Drones si cimentano in equilibrismi sonori tra inquiete ballate, retaggio del lavoro precedente, “Gala Mill”, e momenti più elettrici, retaggio dei primi due dischi. Ne risulta la loro opera più sfaccettata e ambiziosa, in cui Tom Waits e Nick Cave si fondono con umori alla Neil Young e dissonanze post wave. Sempre con un occhio di riguardo verso gli Stones e il blues più sotterraneo. Un gruppo in costante crescita.