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Torna l’ex ragazzina ribelle di Chicago, per un brevissimo momento anche compagna di vita di Tom Waits. Ma attenzione, “Balm In Gilead” non è un vero e proprio nuovo album in studio: piuttosto la Jones si diverte a riciclare vecchio materiale inedito, canzoni rimaste in qualche cassetto e rispolverate per l’occasione, che poi sarebbe quella del trentennale del suo storico debutto omonimo. Rickie mette in mostra i ferri del mestiere: country, folk, soul, jazz, pop e la sua inimitabile voce, ancora bella come un tempo. Eppure, anche se non tutte le 10 composizioni sono ripescate dal passato, la sgradevole sensazione che si ha durante l’ascolto del disco è quella di assistere a una prova oltremodo stanca e stantia della musicista. “Balm In Gilead” pare un lavoretto messo insieme piuttosto superficialmente e poco sentito. Stiamo parlando di un’artista che nella prima parte della carriera ha messo a segno almeno un paio di capolavori (“Pirates” e il primo), ma quest’ultima opera è davvero troppo modesta per un nome come il suo.