Particolare la storia che vi è dietro a questo disco. Infatti, “Goatlord” avrebbe dovuto essere il secondo album dei Darkthrone nonché successore dell’esordio death metal di “Soulside Journey” (1991). In realtà, la pubblicazione dell’opera slittò sino al 1996, quando venne emesso per la prima volta dalla Moonfog Productions, etichetta di Satyr. Arrivò quindi una ristampa in vinile, nel 2002, fino a giungere a questa della Peaceville, con copertina diversa e un intero bonus cd in cui Fenriz e Nocturno Culto spiegano la genesi dei brani contenuti nell’LP.
Al di là dell’aspetto commerciale, tale operazione è sicuramente istruttiva. Permette di recuperare un lavoro ancora oggi poco conosciuto di uno dei più importanti gruppi black metal di tutti i tempi. “Goatlord” è essenzialmente opera di passaggio, ed infatti si situa sul crinale fra il death tecnico di “Soulside Journey” (parti di batteria molto intricate, riff ancora piuttosto curati, etc.) e il black seminale che di li a poco avrebbe trovato la sua prima, clamorosa espressione in “A Blaze In The Northern Sky” (1992) (produzione che inizia a farsi più sporca, etc.). Indispensabile per tutti i fan delle leggende norvegesi. Come bonus track, è presente proprio il brano “A Blaze In The Northern Sky”.