[Folk Pop] Blaudzun – Seadrift Soundmachine (2010)


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Secondo album per il cantautore olandese, dopo il debutto omonimo di un paio d’anni orsono. In “Seadrift Soundmachine” l’andamento è duplice, in grado di svelare le varie sensibilità dell’animo di Blaudzun. Da un lato balza subito all’orecchio la volontà di arricchire l’assunto folk di base con rotondità pop, arrangiamenti raffinati, uso di archi e fisarmonica. Senza scomodare Andrew Bird, si potrebbero fare i nomi di Decemberists, Scott Matthew e, per alcune limitate derive vocali, di Anthony And The Johnsons. Ma non è tutto così: il disco presenta anche spunti più austeri, scarni, essenziali; ecco quindi tornare alla mente certe canzoni di Iron & Wine, e certi ripiegamenti esistenziali tipici di Scott Matthews (sì, quello con la “esse” finale). E, addirittura, alcuni sprazzi decadenti richiamano l’aroma degli album di Matt Elliott. Insomma, c’è molta carne al fuoco in quest’opera, che sicuramente fan ben sperare per la carriera del Nostro. Ma ormai nell’ambito del nuovo folk la concorrenza è sempre più agguerrita.

 

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