Ian Brown lo conoscono tutti: fondamentale con gli Stone Roses, accessorio nella sua carriera solista. Laddove le Rose di Pietra si erano imposte nel madchester sound con un ibrido psycho indie dance fra i migliori allora in circolazione, la carriera personale di Ian si è invece rivelata come modesta ripresa della musica della band madre in dilavati arrangiamenti brit pop (e pensare che la scena di Manchester ha contribuito a crearlo, il brit pop). “My Way”, sua sesta registrazione da studio, è grossomodo come tutte le altre: produzione impeccabile, persino più curata rispetto al passato, e poi arrangiamenti pop multicolori, molta melodia e attenzione spasmodica per il gancio radiofonico. I fan del cantante saranno contenti, per tutti gli altri il consiglio è di non sprecare tempo prezioso con un disco così banale.