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I nuovi Aborym in formazione a tre – se n’è andato Prime Evil e Nysrok è stato rimpiazzato da Paolo “Hell-I0-Kabbalus” Pieri – decidono di cambiare stile ancora una volta. Non si è certo trattato di una rivoluzione copernicana, tuttavia “Psychogrotesque” è nettamente differente dal suo predecessore “Generator” (2006). L’alone sinfonico di quest’ultimo è stato quasi del tutto abbandonato, a favore di un approccio più nettamente black metal, mentre l’elettronica è meno presente quantitativamente, ma quando appare risulta ancor più disturbante rispetto al passato, e spesso si colora di tinte Dark Wave/EBM. L’uso del sassofono in alcune tracce e un approccio oltremodo psicotico (d’altra parte il titolo parla chiaro) e contorto rendono l’album piuttosto frammentario, nonostante i dieci brani da cui è composto siano, almeno nominalmente, diverse parti di un’unica composizione. Non è il loro capolavoro, ma gli Aborym riescono sempre ad essere interessanti, anche quando non tutto è perfetto.
masnadmin