Attivi da qualche anno, dopo un paio di ep, gli italiani Kisses From Mars arrivano all’agognata prova del nove del primo album ufficiale. La loro proposta è un rituale psych rock con il cuore negli States e un incedere delle chitarre che cerca di dipingere paesaggi pastorali. Alla ricerca continua di densità sonora, si impennano o si abbandonano a cavalcate progressive, a momenti psichedelici e ad aperture post-rock.
Insomma ci mettono dentro un po’ di elementi interessanti senza però convincere al cento per cento nell’esito finale dei brani. Pezzi magari non troppo saporiti, alcune volte la freccetta non arriva al centro del tabellone dai cerchi concentrici, o alcuni passaggi sono un po’ ordinari, mentre altri risultano un po’ annacquati.
Luca Freddi