Nuovo lavoro in studio per il quintetto di Newcastle, che torna sulle scene a tre anni dall’ultimo progetto. “The National Health” è il quarto disco per i Maximo Park ed è sufficiente un ascolto poco attento per capire che la band ha scelto di rifugiarsi nuovamente su quell’impalcatura melodica che li ha resi famosi, rinunciando a esperimenti o sterzate stilistiche. Ciò non incide sulla godibilità dell’album, che resta un lavoro gradevole con i suoi momenti riflessivi e soprattutto le sue cavalcate indie. Ma ci si aspettava qualcosa in più al quarto step, e le scelte piuttosto scontate mostrano una formazione poco ispirata e ancorata al modello vincente dell’esordio. Di nuovo ci sono i contenuti. Paul Smith e soci stavolta pongono l’accento su tematiche più elevate e attuali come l’invito a riprendere il controllo di se stessi e di conseguenza della società in cui viviamo. Per il resto prevale il “già sentito”, ma in fondo il frontman stesso, prima della pubblicazione, aveva parlato del “tipico disco dei Maximo Park”.
Riccardo Rapezzi
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