Alla fine Wayne Coyne e la sua ciurma pare che ce l’abbiano fatta a creare l’album psichedelico dell’anno, se non del decennio. Infatti, “Embryonic” si distacca nettamente, sia per la durata sia per il contenuto, dalle ultime pubblicazioni targate Flaming Lips: bandita la ricerca del facile effetto ‘pop’, le Labbra Fiammeggianti recuperano la loro miglior vena creativa e in settanta densissimi minuti allestiscono un viaggio infradimensionale che conduce l’ascoltatore fra nebulose kraute, costellazioni electro e galassie lisergiche. Ci sono Can, Pink Floyd e Faust, ma anche Animal Collective, Liars e Daft Punk, più qualche sguardo cupo figlio dei Joy Division e del post punk meno scontato. Diciotto pezzi che compongono un puzzle piuttosto disorganico ma terribilmente stimolante: nessuna ricerca della perfezione ma un’abilità nella tecnica del cut – up sonoro che allerta tutte quante le nostre sinapsi. Era da tempo che non li sentivamo così in forma.