I Suicidal Angels applicano in “Bloodbath” la legge del tupatupa, riportando paro paro la lezione che i primi Slayer e anche i Sepultura (anzi inizialmente i Nostri venivano accostati esclusivamente all’epoca Schizophren-iana anni ottanta di Max e soci) hanno scritto venticinque anni fa, inclusi riff, assoli (“Moshing Crew”) e pure gli incipit delle canzoni (l’inizio di “Morbid Intention To Kill” è “Black Magic” quasi trent’anni dopo). Sono arrivati al quarto disco e proseguono imperterriti nel loro percorso di tributo e omaggio a chi ha creato e sviluppato un certo tipo di thrash metal a suo tempo.
La produzione del cd, i pezzi e l’esecuzione sono tutti a prova di bomba, l’originalità sta altrove ma se cercate dieci canzoni dirette e anni ottanta giusto per divertirvi un’oretta “Bloodbath” saprà soddisfarvi a dovere.