Quando i Ruby Suns avevano fatto uscire, nel 2008, il loro precedente album “ Sea Lion”, ci avevano illusi mostrandoci un bellissimo pop di matrice psichedelica, riconducibile tanto ai Beach Boys quanto agli Animal Collective. Ryan McPhun aveva però subito dichiarato che l’album successivo sarebbe stato completamente diverso, e adesso che lo si può ascoltare, questo “Fight Softly”, si può dire che mai promessa fu meglio mantenuta. Se l’attrazione per la psichedelia rimane, come idea di fondo, anche in queste dieci tracce, il resto appare completamente trasformato: niente più chitarre, soprattutto. Questo album è un lungo tappeto di sintetizzatori e basi elettroniche sulle quali si incastrano i falsetti tiratissimi di McPhun. Tribalismi, cantati eterei e tanti, tanti anni ottanta, fanno da impalcatura per quello che sicuramente è l’episodio più dimenticabile e meno ispirato dei Ruby Suns, bastano “Mingus And Pike” e “Cinco” per capire di cosa si stia parlando.