Titolo e packaging vanno a braccetto con l’eleganza del bianco/nero nel disco di debutto dei romani The Singers. Il quartetto sforna dodici canzoni da ascoltare anche solo una volta per la capacità di far muovere il piedino.
Certo non si nascondono dietro un dito e le somiglianze di cui avrei parlato in queste righe sono le stesse che loro dichiarano apertamente: Arctic Monkeys, National e Strokes. E non brillano certo per originalità compositiva ma va detto che hanno brani canticchiabili. A volte appaiono più scoppiettanti, altre volte più stanchi e ripetitivi. Nei brani giocano molto con rallentamenti e accelerazioni e le loro chitarre sono un fluidificare di riff e ritmiche tipicamente indie-rock.
Luca Freddi
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