Gli Unearth non spostano di una virgola il loro approccio alla materia: sarebbe stato effettivamente stupido farlo dopo il mega successo riscosso con The March tre anni fa, di conseguenza se escludiamo qualche raro passaggio clean e i soliti breakdown non ci sono moltissimi motivi per parlare di “Darkness In The Light” come di un lavoro indispensabile nella loro discografia. Piuttosto si potrebbe discutere su come, alla lunga, la formula possa delimitare qualsiasi possibilità di sviluppo per un act che è in grado di sparare melodie godibilissime (“Watch It Burn”) anche un decennio dopo della codifica del Gothenburg Sound. Alla fine il destino degli Unearth è questo, eccellenze nel proprio campo in cui rimarranno confinati ancora per molto nonostante le buone potenzialità. Bravi ma sprecati.