Cosa succede quando il tuo cantante pieno di steroidi finisce dentro dopo aver cercato di assoldare un killer per far fuori la moglie? Ricostruisci un’altra band, chiamando come cantante uno che il growl non lo usa nemmeno quando sbatte la testa contro uno spigolo, e che, soprattutto, sa bene come fare le melodie. Il problema è che se Hipa e Sgrosso continuano a suonare a quattrocento all’ora e a sparare riff a cannone, alla lunga il gioco potrebbe non funzionare, oppure suonare troppo ruffiano e paraculo. Quando però premi play e “All Rise” ti sfonda le casse insieme al refrain da arena rock che entra poco dopo, puoi solo dire “Orcoddue” e continuare fiducioso l’ascolto.
Il debutto dei Wovenwar non è privo di momenti noiosi, ripetitivi e di cose già sentite anche dentro i dischi recenti degli As I Lay Dying. Tuttavia è godibile, specialmente se non si vuole a ogni costo cercare il pelo nell’uovo. Hard rock meeting metalcore? Può essere. Di sicuro i musicisti coinvolti sono tutti abili sia a suonare, sia a costruire linee vocali stratificate e accattivanti. Vedremo cosa tireranno fuori prossimamente, il primo giro viene completato positivamente, grazie soprattutto alla presenza di canzoni fighe come “Tempest”, “Matter Of Time”, “Profane” e “Archers”.
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