Polar Bear – Same As You

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Seb Rochford ha trascorso un mese e mezzo nel deserto del Mojave. Questo viaggio deve aver particolarmente toccato l’anima del batterista e leader dei Polar Bear. Il disco è proprio un tributo a quel luogo, che cerca, riuscendoci, di ritrasmettere all’ascoltatore un mood positivo.

Si parte con una sorta di inno alla vita, praticamente un’auto-psicanalisi sotto forma di spoken esistenzialista con la voce giamaicana di Asar Mikael. Da qui in poi si slacciano le cinture di sicurezza, si sprofonda in un divano emotivo fatto di brani sinuosi, flussi meta jazz, incedere tribale, tessiture trip hop e lounge.

Eleganti e raffinati, i Polar Bear mettono in mostra un feeling e un’alchimia notevole, che vive attraverso improvvisazioni e strutture semplici. La novità rispetto al passato è lasciare da parte la densità e i free-form, andando di sottrazione del suono. Un disco che magari non osa ma, nel ridurre ai minimi termini il suono e l’idea di jazz, mette in risalto la sensibilità del quintetto e trasmette intimo lirismo e sensazioni di riconciliazioni con il mondo circostante.

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