Pop X – Lesbianitj

Tra i flutti della nuova ondata del cantautorato italiano troviamo anche Pop X. E ora voi direte: “Ah si poppics, quello del secchio!”. Bene, proprio lui. Premesso che il fatto che si pronunci pop-per mi ha sconvolto le giornate, “Lesbianitj” è stato certamente un disco che non è passato inosservato al calare di 2016. Il suo singolo di maggior successo, intitolato “Secchio” in circa 3 mesi ha raggiunto più di 300.000 views su Youtube.

Pubblicato da Bomba Dischi e distribuito digitalmente da Universal Music Italia (non proprio le ultime due arrivate!), si è apparentemente affermato sul web come opera di trollaggio estremo nei confronti di quest’ondata di musica neoromantica alla Calcutta, I Cani e Thegiornalisti. La musica di Pop X si articola tra il nonsense totale dei suoi testi allucinati cantati con l’autotune e le basi minimal electro pop anni ’80, con influenze polka ed eurodance.

Parlare di questo disco è piuttosto imbarazzante, nel senso che non sai che genere di approccio avere nel parlarne. Non sai mai se condire i pensieri con termini forbiti per fare la parte del critico musicale illuminato o se prendere alla lettera tutto quello che canta Davide Panizza. E qui viene il bello…

Una delle frasi centrali di questo disco secondo me è: “Sparisci tu/ Sparisco io/ Spariamo noi ai vecchi DJ” contenuta in “Sparami”, traccia numero 2 dell’album. Mettendo da parte per un attimo il fatto che improvvisamente mi sono tornati in mente i Dari di “Wale (tanto wale)”, la provocazione sintetizza alla perfezione il tipo di testi di Pop X. L’accostamento di tematiche pseudo amorose e frasi a caso è una costante ricorrente, così come delle piccole frasi o parole incise al contrario che diventano meri espedienti sonori che arricchiscono gli arrangiamenti davvero bizzarri. La parola “frocio” è ripetuta all’infinito, quasi sempre in riferimento alle conseguenze dell’infatuamento amoroso. “Baila con migo”, divenuto una sorta di intercalare, compare nella sorprendente “Dens”, mentre s’intitola “Preti” la traccia strumentale che chiude l’album. Tutto piuttosto lineare.

Se chiudo gli occhi e provo a immaginare un luogo dove queste canzoni sarebbero nel posto giusto penso a una balera di pensionati italiani a Bucarest dove il nonno DJ ha fatto preserata coi Pop X e in console spara le loro canzoni.
Giusto per capirci… se drogassimo pesantemente Haiducii, Marco Marfè, Calcutta e Bob Sinclair anno 2007 e li chiudessimo in studio di registrazione per una settimana, il disco che all’ottavo giorno stringeremmo in mano sarebbe qualcosa di molto simile a “Lesbianitj”.

Volendo dare un parere finale su questo disco l’unica cosa che riesco a dire è: ancora devo decidere se quest’operazione mi piace o no perciò ascoltatelo e fatevi un’idea tutta vostra.
Nel frattempo continuo a chiedermi se davvero in questo mercato non ci sia spazio pure per i Dari…

Di Michelangelo Paolino.