Savages – Adore Life

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Particolarmente interessante il ritorno delle Savages, la band britannica tutta al femminile, che se non era riuscita a nascondere le forti influenze della musica dei Joy Division nell’album d’esordio, in questa seconda fatica manco ci prova, e anzi dimostra di aver passato gli ultimi due anni ad alternare nella propria dieta alle note di Ian Curtis e soci quelle di Patti Smith e Nick Cave.

“Adore Life” non è un album politico come lo era quello di esordio, è sostanzialmente una raccolta di canzoni d’amore, ma non nel senso stretto del termine: si va dalla gelosia al possesso, dalla sensualità alla lussuria, in un turbine di testi non troppo complessi ma assai espliciti, perché “l’amore è una cosa oscura e potente” come sostiene la cantante Jehnny Beth.
Sotto il profilo delle sonorità si vira spesso dal post-punk degli esordi per abbracciare suoni più darkeggianti, quasi gotici, in cui il lavoro grosso e sporco lo fanno le ritmiche combinate di batteria e basso. Il tutto a sostegno di pochi ed esili riff di chitarra, che semmai viene utilizzata in modo sottile e certosino a calare degli incisi che impreziosiscono brani altrimenti caratterizzati solo da liriche brevi e ripetute all’ossessione.

Fra le tracce da segnalare l’intensità quasi martellante di “The Answer” in apertura del disco, brani come “Sad Person” e “Adore” che sono un compendio del sound odierno dei Savages, e la chiusura d’atmosfera di “Mechanics”.

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