Sergio Sylvestre – Sergio Sylvestre

Per Sergio Sylvestre è arrivato l’ennesimo grande giorno della sua ancor brevissima carriera: dopo la vittoria ad Amici 15 ed il debutto sul palco dell’Ariston al Festival di Sanremo, ecco il suo primo album, intitolato appunto “Sergio Sylvestre”. Il ragazzone di Los Angeles ha incantato tutti con il singolo “Big Boy”, già disco d’oro, ed è pronto a fare un altro passo importante nella sua vita artistica.

Sono dodici i brani contenuti nel lavoro discografico del ventisettenne americano, innamorato dell’Italia e della nostra musica. Tra questi, “Con te” è di sicuro il singolo che dà più risalto alle sue infinite qualità ed al suo timbro vocale. Il pubblico sanremese ha saputo adottarlo ed ha imparato ad amare questa canzone romantica accompagnata dal piano: niente in più da chiedere a chi ama il genere. Merita una menzione speciale per la sua potenza intrinseca di attirare e catturare chi ascolta e perché esprime l’immensità d’animo e voce di un ragazzo dal cuore davvero grande.

Di tutt’altro stile è “The Last Kiss Goodbye”, decisamente meno struggente e che ricorda “Human” di Rag’n’Bone Man dalle prime note e per alcuni tratti della canzone. Un tocco in più che lascia un keep on movin’ dietro di sé sia per il ritmo che per la vocalità. “Running” invece dà spazio alla base a sprazzi elettronica e si allontana dal tipo di musica adatta a Sergio, non riuscendo infatti a far emergere realmente le sue doti. Il brano che mette il sorriso è “Planes” sia per il sottofondo, spinto dai cori, sia per il brano in sé che esprime libertà e allo stesso tempo fa riflettere sull’artista che è, poliedrico e capace di adattarsi alla grande anche a mondi che sembra non gli appartengano. L’intimità e il romanticismo ritornano in “Lie to me”, scanditi anche da un ritmo più lento e che permette di tenere il passo con il brano. Non mancano gli acuti di Sylvestre che arrivano sempre al momento giusto. Stesso discorso per “Lucky ones” e “Running up the hill”, dove la differenza più grande sta nel sound, ma le capacità della voce di Los Angeles arrivano puntuali e si fanno sentire.

“Come il sole ad ottobre” è il secondo ed ultimo brano dell’album scritto in italiano: meno incisivo degli altri, fa leva su un testo introspettivo ma non lascia troppa libertà a Sergio di scatenare tutto il suo talento, se non nella parte finale. La vera novità è “Point of you”, dove la base molto vicina al pop americano si sposa con ritmo e voce imposti dal cantante. Diverso dagli altri: colpisce al primo ascolto per la sua particolarità. “The way you are” sembra invece scritto su misura per lui: calza a pennello il piano in sottofondo in un brano arricchito da acuti da brividi. Tra i più belli di tutto il disco.

Chiudono l’album “Honesty” e “Down we go”: il primo è come un flusso di coscienza in crescendo per quanto riguarda il ritmo, mentre il secondo si fa cantare e fa leva soprattutto sul refrain, forte sia per la base sia a livello di tonalità.

Un disco che evidenzia in alcuni brani le grandi potenzialità di Sergio Sylvestre, mentre in altri splende la sua capacità di adattarsi a generi differenti e a farli propri. Un valore aggiunto della nostra musica, già pronto a un discorso più internazionale. Ha bisogno della giusta spinta emotiva e di qualche gradino in più per crescere e fare il grande salto, ma le premesse sono davvero ottime.