Sóley – Ask the Deep

Sóley - Ask the Deep

Avete presente quando siete in giro e vi arriva un profumo di un cibo cucinato e riconoscete subito la pietanza da cui proviente? Le canzoni del disco di Soley parlano direttamente al posto di mille comunicati stampa e presentazioni. Un peccato che il progetto solista della cantante degli strappalacrime Seabear già avviato da tempo (un disco e un ep già sugli scaffali) non sia molto conosciuto. Ma bastano poche note, qualche atmosfera, la voce e vieni catapultato direttamente nelle inimitabili e riconoscibili lande musicali dell’Islanda, l’aria impregnata di folk ed elettronica cupa, con Bjork che fa cucù dietro un albero, i Mum che guardano le ombre sulla catena montuosa, rilassatezza e un sole che non scalda.

Voglia di farsi cullare dalle ombre dei flussi di coscienza di una voce intensa e profonda? Accomodatevi, ci sono posti a sedere lì e lì, non spingere, prendete posto davanti alle casse dello stereo. Lungo le dieci tracce Sóley Stefánsdóttir svela un racconto (evocativo già dal titolo del disco, “Ask the Deep”) che si fa intimo sotto le luci basse e diventa mantrico quando viene preso per mano dal trip-hop. Ci conduce tra aurore boreali, mistero, rarefazione, cavalcate dolcenera che parlano di leggende, demoni, fantasmi.

Un disco affascinante e ricco di sfumature, dove i suoni oscuri vanno a braccetto con un piglio folk-pop elegante ed orecchiabile.

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