Steel Panther – Lower The Bar

Lower The Bar” è il quarto disco (considerando il primo a nome “Metal Shop”) per i glamster losangelini Steel Panther, e l’attitudine non è cambiata di una virgola dagli esordi di inizio millennio.

Caciaroni, pacchiani e con un look che sarebbe stato esagerato anche nell’epoca d’oro del genere, le quattro pantere riversano tutto ciò nella loro musica. L’opener “Goin’ in the Backdoor” parte col botto, è il tipico brano apri-disco, veloce, diretto e con il classico ritornello che ti entra subito in testa. Le cose non cambiano nemmeno con i brani successivi, con echi di Mötley Crue, Poison, Aerosmith, Van Halen e tutte le band che hanno contribuito a rendere grande il glam metal negli 80s.

Il registro si sposta su tonalità più melodiche con la quarta traccia “That’s When You Came In”, classico ballatone per voce e chitarra acustica scritto apposta per trasformare le arene degli show dal vivo in un tripudio di accendini e ragazze adoranti.
Il resto del disco prosegue poi con brani più tipicamente glam, tirati, ballabili ed orecchiabili, fatta eccezione per “Now the Fun Starts” un mid-tempo dai toni più cupi, già evidenti dall’intro di basso e che avvolgeranno il brano per tutta la sua durata.

In definitiva gli Steel Panther confermano, senza aggiungere nulla di nuovo alle loro sonorità, quanto di buono realizzato dagli esordi fino ad oggi. Non si registrano cali di ispirazione né intenzione di mollare il colpo. “Lower The Bar” è l’ennesimo disco fatto per fare casino, divertirsi e far divertire. Insomma, la scusa ideale per partire con un nuovo tour e fare caciara in giro per il mondo.
Dopotutto, il tributo da pagare al successo è questo, e gli Steel Panther sembrano fatti apposta per questo grande sacrificio.