The Heavy Countdown #69: The Intersphere, In the Woods…, Obliteration, Emigrate

The Intersphere – The Grand Delusion
The Intersphere” è uno di quei dischi che ci mette un po’ a ingranare, ma che alla fine, quando arriva, non ti molla più. I tedeschi Grand Delusion, dopo qualche anno molto tumultuoso, ritornano in grande spolvero con un album che va al di là del semplice esercizio di stile progressive/alt rock. Grazie alla commistione tra sensibilità “pop” (“Mind Over Matter”), qualche tocco di genio (“Man On The Moon”) e un paio di incursioni in territori più heavy (“Secret Place” e “Antitype”), “The Intersphere” è una delle ultime uscite davvero degne di nota di questo 2018.

In the Woods… – Cease The Day
Che dire, gli In the Woods… sono invecchiati bene. Seguendo una strada molto simile a quella degli Enslaved, i Nostri hanno sempre avuto nei confronti del black metal un piglio molto differente rispetto a ciò che ci si aspetta dalla media delle band del genere, senza avere mai paura di sperimentare e allargare i propri orizzonti. “Cease The Day” infatti di black ha ben poco (se non qualche nostalgica ricaduta, come in “Respect My Solitude”), shiftando spesso e volentieri dal viking e prog metal, in un lavoro coeso e gradevole.

Sarah Longfield – Disparity
È un dato di fatto che nel progcore strumentale (specialmente se extra sperimentale) manchino un po’ di quote di rosa. Ci pensa però Sarah Longfield a colmare il vuoto. A un primo ascolto distratto potrebbe sembrare un clone femminile di Plini, ma la giovane artista è qualcosa di più di una semplice copia carbone. Sarah infatti è una polistrumentista (e anche cantante, se vogliamo dirla tutta), che si è fatta conoscere con i suoi video su YouTube e il tour a supporto dei Wintersun. “Disparity” è una vera chicca per chi ama la buona musica suonata da dio.

Windrunner – MAI
I Windrunner arrivano dal Vietnam e devono avere il pallino per la botanica, dato che quasi ogni pezzo di “MAI” porta il nome di un fiore. Ma note di colore a parte, il debutto dei Nostri è un buon disco di progressive metalcore contemporaneo, che trae ispirazione da Northlane, Erra e dagli ultimi Oceans Ate Alaska. Se proprio dobbiamo trovargli un difetto, “MAI” è un po’ troppo lungo e dispersivo, ma compensa con un ottimo guitar work e l’aggiunta di vocals femminili che lo rendono meno derivativo rispetto a molti act simili.

Obliteration – Cenotaph Obscure
Dai veterani Obliteration (attivi dal 2001) non ci si poteva aspettare niente di meno (né niente di più) di “Cenotaph Obscure”. Death metal old school e suonato con tutti i crismi per intenderci, di quelli che mandano fuori di testa chi è cresciuto con certe sonorità. Il nuovo full-length della formazione norvegese è un bombardamento continuo di violenza e blasfemia dall’inizio alla fine, infarcito da interessanti velleità progressive, che può incontrare i vostri gusti anche se non appartenete alla categoria descritta sopra.

Unearth – Extinction(s)
Un disco di metalcore classico, prodotto da una di quelle band considerate tra i pionieri del genere (sicuramente della first wave of metalcore, come piace definirla a molti colleghi esteri). “Extinction(s)” degli Unearth è in brevissimo quanto appena esposto, un album che non va a rivoluzionare nulla ma che si ascolta volentieri. C’è da dire che il settimo lavoro degli Unearth perde un po’ di polso man mano che ci si avvicina alla fine, difetto che non lo rende un’opera indimenticabile.

Emigrate – A Million Degrees
Terzo full-length sotto il moniker Emigrate per Richard Kruspe, meglio noto per essere il chitarrista dei Rammstein. “A Million Degrees” è un buon modo per prepararsi all’imminente (forse) uscita del nuovo album della band teutonica, pur discostandosi dalle sonorità tipiche della formazione madre, e preferendo flirtare con influenze goth, elettroniche e post-punk. Il nuovo disco di Kruspe accoglie anche una manciata di ospitate interessanti, come quelle di Till Lindemann in persona in “Let’s Go” o di Tobias Forge dei Ghost in “I’m Not Afraid”. Un lavoro senza pretese, ma accontentiamoci per ora.