Non vorrei, sinceramente, essere nei panni “artistici” dei The Kolors.
Soprattutto oggi.
Da una parte hai il tuo passato che ti ha portato il successo, ma come band per giovanissimi, dall’altra hai il tuo presente dove vuoi dimostrare a tutti i costi di essere una band internazionale per “tutte le età”.
Inoltre, proprio adesso che i gruppi che cantano in italiano stanno avendo un ottimo (anche se molto chiacchierato) riscontro in termini di vendite ed esposizione mediatica, ti ritrovi davvero ad essere l’unico gruppo che prova a fare grandi numeri cantando in inglese.
Insomma, i presupposti e il clima che accolgono “You“, uscito il 19 maggio 2017, alle porte dell’agguerrita stagione estiva, terzo album per la band di Stash e soci, non sono dei migliori.
Per riuscire a cavarsela c’era davvero bisogno di una grande prova. E in effetti il tentativo di fare il salto di qualità è stato pregevole: album registrato all’estero con calma, affidandosi a produttori e collaboratori dal curriculum internazionale di tutto rispetto, featuring altrettanto “pesanti” ed un lancio promozionale non da poco.
La prima parte dell’album però è a tratti davvero pessima, con brani privi totalmente di mordente. Salviamo parzialmente il singolo “What Happened Last Night” giusto perché ottimo per ripercorrere i fasti di “Everytime” in qualche spot televisivo.
Si inizia a sentire qualche barlume di speranza dal sesto brano, “Chemical Love” dove la produzione non è affatto male ed è la prima canzone salvabile dell’album.
Tralasciando il tributo quasi pink floydiano di “Souls Connected”, traccia numero sette, arriviamo alla canzone migliore del lotto: “Crystallize“. Bel brano, il primo dove gli intenti di inserirsi in un contesto musicale internazionale, potrebbero sortire buoni risultati. Purtroppo però arriva tardi e non è supportato dai successivi “High” e “No”. In un attimo siamo alla ballata finale, quella “Dream Alone” che si discosta in maniera netta da tutti gli altri pezzi dell’album. Nulla da dire sugli arrangiamenti e l’esecuzione, ma molto ci sarebbe da dire sul “già sentito” che la percorre dall’inizio alla fine.
Chiudiamola così: se i Kolors volevano migliorare il prodotto giovane, facile, da spot che gli era stato giustamente attribuito al lancio di carriera, con “You” hanno centrato l’obiettivo, ma se le intenzioni della band erano quelle di scrollarsi di dosso queste etichette e dimostrare di essere una band internazionale, un plauso alle intenzioni, ma missione fallita.