Potrebbe essere il disco della svolta per i The Word Alive. In Dark Matter è chiara la scelta di allontanarsi il più possibile dalle sfuriate (qui sporadiche, sentite “Sellout”), per avvicinarsi del tutto alle oramai sdoganate sonorità Linkin-iane (cfr. “Insane”) e al mood di Oli Sykes e compagni.
Vero, si djent-a su “Made This Way” e si carica a testa bassa sulla titletrack, ma in generale si preferisce una strada ruffiana e dal facile impatto, anche grazie all’elettronica che ha oramai preso possesso delle basi del nuovo modo di intendere la musica pesante di questi anni. Il featuring con la Solombrino è nel brano più Bring Me The Horizon del lotto, mentre “Oxy” (in chiusura) è un ottimo condensato di quanto sono i TWA oggi.
La struttura di “Terminal” e la partitura di “To Struggle And Claw My Way” sono oramai un ricordo, così come l’originalità che quei due brani della precedente release emanavano nel loro piccolo. Dark Matter piacerà ai giovani e agli alternativi, meno a quelli che avevano amato “Real” solo due anni fa.