Drowning Pool Resilience

Drowning-Pool-Resilience

Per una volta non perdiamo tempo a parlare di evoluzioni colte, contaminazioni, cambi di sound, dischi della maturità e stronzate del genere: il nuovo Drowning Pool è uno di quegli album ignoranti e diretti che ogni tanto servono per andare avanti. “Resilience” è metallo moderno con le melodie giuste nei refrain anthemici e ritmiche quasi sempre tirate e veloci. Chi si aspetta “Sinner” non ha ancora capito niente del percorso che questa sfigatissima band è stata costretta a percorrere negli ultimi anni. La differenza a questo giro è che ci sono i pezzi, ci sono i riffs e c’è un cantante (Jasen Moreno, tanto bravo quanto inguardabile col crestino delle foto promo) capace di gridare e fare le armonie perfette al momento giusto.

La vena hard rock biscazziera esce più di una volta, quella alternative e attenta al mercato anche, ma provate voi a stare fermi sull’opener o sulla successiva “Die For Nothing“. Andate in palestra a farvi le super serie con “Digging These Holes” con un bel flavour Papa Roach-iano dei bei tempi di base o ancora abbassate il finestrino dell’auto con “Blindfold” e “Saturday Night” (tamarrata favolosa) e provate a fare i romanticoni con “Bleed With You” con l’inizio che ricorda anche troppo gli anni in cui il crossover furoreggiava. Il singolo di lancio “One Finger And A Fist” è anche troppo testoter(r)onico ve lo concedo, ma “In Memory Of” dedicata al compianto Dave Williams vi farà sorvolare questo dettaglio.

Un grandissimo ritorno che va a rilanciare un gruppo che si era attestato su standard appena decenti e privi di prospettiva alcuna. Ora, a prescindere da tutto e da cosa succederà prossimamente, è arrivato il secondo miglior platter di sempre dei (nuovi) Drowning Pool. Godiamoci il momento.

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