Separation – Nothing Left – An Ocean Between Us – Within Destruction – Forsaken – Comfort Betrays – I Never Wanted – Bury Us All – The Sound Of Truth – Departed – Wrath Upon Ourselves – This Is Who We Are
http://www.asilaydying.com/
http://www.metalblade.com/
L’unica critica che si può muovere al nuovo As I Lay Dying è la scelta di aprire con un brano banalissimo come “Nothing Left”. Alla luce delle legnate presenti nel resto della tracklist si sarebbe potuto fare di meglio, anche scippare direttamente alla buonissima titletrack successiva.
Avrete già capito che il disco merita: a meno che non siate saturi e stufi del metalcore (che probabilmente vede in questo platter l’ultimo sussulto di un’era che ha comunque lanciato nomi validi), “An Ocean Between Us” si colloca a un livello molto elevato nel panorama delle release americane pestate degli ultimi anni. Se gente tipo Trivium Shadows Fall e anche Killswitch Engage hanno preso strade differenti col tempo, e reso ancora più evidente tutto ciò con i lavori recenti, la band guidata dal cantante Tim Lambesis si è mantenuta aderente alle coordinate più classiche del genere, inserendo puntualmente le più smielate parti pulite e melodiche, a opera del bassista Josh Gilbert, all’interno delle composizioni.
Qualche caduta di tono (cfr. “I Never Wanted”) è presente, ma è il prezzo da pagare per un prodotto molto più accessibile che farà ancora di più la fortuna della band (il disco è arrivato al numero 8 di Billboard quasi subito, mica pizza e fichi). Insomma “Within Destruction”, “The Sound Of Truth” e “This Is Who We Are” sono brani che fanno godere senza troppi giri di parole, inoltre il disco scorre dall’inizio alla fine senza annoiare dopo la metà dello stesso, cosa non di poco conto in un periodo zeppo di uscite di medio valore. Centro pieno.